In origine era detta Largo del Mercatello, poiché vi si teneva, fin dal 1588, uno dei due mercati della città, differenziandosi con il diminutivo mercatello da quello più grande ed antico di piazza del Mercato. Fino alla metà dell'Ottocento sorgevano a nord l'edificio delle fosse del grano e a sud le cisterne dell'olio, per secoli i principali magazzini di derrate della città; inoltre vi gravitano uffici, ospedali, istituzioni culturali e rinomatissimi bar.
Ulteriore importanza fu l'apertura "ufficiale" di port'Alba nel 1625, ufficiale perché la popolazione aveva creato nella muraglia un pertuso abusivo per facilitare le comunicazioni con i borghi, in modo particolare con quello dell'Avvocata che si stava rapidamente ingrandendo.
La piazza assunse l'attuale struttura nella seconda metà del Settecento, con l'intervento dell'architetto Luigi Vanvitelli; il "Foro Carolino" commissionatogli doveva costituire un monumento celebrativo del sovrano Carlo III di Borbone. I lavori durarono dal 1757 al 1765, e il risultato fu un grande emiciclo, tangente le mura aragonesi, che visto orizzontalmente inglobava Port'Alba a ovest, e affiancò la chiesa di San Michele ad est.
L'edificio, con le due caratteristiche ali ricurve, vede in alto la presenza di ventisei statue rappresentanti le virtù di Carlo (tre sono di Giuseppe Sanmartino, le altre di scultori carraresi), e al centro una nicchia che avrebbe dovuto ospitare una statua equestre del sovrano (che non fu mai realizzata), oltre a un torrino d'orologio, di epoca successiva.